Raccontare le proprie passioni può essere complesso.

È complesso farlo anche quando si parla di media più tradizionali: come si può descrivere il senso di meraviglia che si percepisce quando ti viene mostrato per la prima volta il mondo alieno di Pandora, un film animato a mano, frame by frame, foto dopo foto, o la tragica storia della lenta decadenza di un professore di chimica che si ritrova incastrato in un circolo di violenza?

Figurarsi allora cercare di comunicare quello che è il coinvolgimento in prima persona in una vicenda, come il videogioco è capace di fare.

Nel corso della mia “carriera” da videogiocatore, mi ha sempre affascinato la possibilità di condividere con qualcuno queste esperienze, che possono essere tanto potenti, quanto difficili da comunicare a voce, soprattutto quando si cresce in un mondo, o in un paese, che solo di recente (nel caso del nostro paese, di RECENTISSIMO) è riuscito a dare la giusta voce ad un medium che ha dovuto portarsi, ormai per troppo tempo, l’appellativo “per bambini”.

Tuttavia, qui non vogliamo limitarci a raccontare storie di videogiochi. Vogliamo creare uno spazio in cui poter esprimere le nostre impressioni, le nostre idee su tutto ciò che vogliamo consumare e che ci colpisce. Poi beh, se la maggior parte di quello che ci colpisce appartiene al mondo “geek”, il nome del progetto è venuto abbastanza da se.

È quindi per questo che nasce Geek-O: mettere nero su bianco le emozioni di persone che ormai navigano questo mondo da moltissimo tempo, e che non vedono l’ora di mettere per iscritto storie, impressioni ed emozioni che il mondo geek può dare, cercando di affrontare tutto con una certa maturità (d’altronde qui ormai si va per i 30), ma senza avere la presunzione di essere giornalisti.

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